Nomenclatore Interregionale degli Interventi e Servizi Sociali 2009

Presentazione

“… ogni qualvolta si danno dei nomi a delle cose, implicitamente si stabiliscono dei confini, delle differenziazioni, delle divisioni, ma anche si rafforza l’identità e la cultura organizzativa. E’ importante, pertanto che il nome sia stabile e facilmente comprensibile per gli utenti … specie per i cittadini che si spostano da una regione all’altra.” (da Maggian – Dizionario di Servizio Sociale…)

Poter disporre di articolate e attendibili informazioni è alla base di una precisa esigenza conoscitiva che informa la gestione di qualsiasi sistema complesso: questa esigenza è particolarmente sentita da chi deve realizzare politiche sociali che contribuiscano, a tutti i livelli istituzionali, al raggiungimento di un rinnovato ed efficiente sistema di benessere sociale.
Sebbene da molti anni, fin da prima dell’emanazione della legge 328/00, si sia iniziato ad affrontare il problema della realizzazione del Sistema Informativo per il Sociale (SISS), non solo esso non si è ancora attivato a livello nazionale, ma, a tutt’oggi, non è ancora diffusa una classificazione e una definizione dei servizi sociali condivisa che permetta, concretamente, quelle analisi auspicate da vari documenti e testi sia normativi che accademici.
L’idea di un “Nomenclatore dei servizi e degli interventi sociali” nasce all’inizio del 2006 a seguito di alcuni incontri tra il CISIS e il Coordinamento Tecnico Interregionale per le Politiche Sociali finalizzati all’analisi dei risultati della ”Rilevazione sugli Interventi e Servizi Sociali dei Comuni singoli e associati”, prevista nel Programma Statistico Nazionale e svolta dall’ISTAT in collaborazione con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con la Ragioneria Generale dello Stato e le Regioni,
La nomenclatura e definizione degli interventi e servizi rilevati è riportata in un Glossario, che è stato formulato attraverso un lavoro di raccordo di una serie di classificazioni regionali -quelle disponibili quando è stata progettata la rilevazione- con la macro-architettura della classificazione europea, prevista nel Sistema Europeo delle Statistiche integrate della PROtezione Sociale (SESPROS).
Proprio la necessità di disporre di una classificazione utilizzabile con fini più ampi di quelli meramente statistici, è stata alla base della richiesta fatta dal Coordinamento Tecnico Interregionale per le Politiche Sociali al CISIS: estendere la finalizzazione del lavoro di aggiornamento del Glossario, “ordinariamente” e annualmente svolto per la rilevazione, alla definizione di un vero e proprio Nomenclatore dei Servizi e degli Interventi sociali, che raccordi le classificazioni regionali sia tra di loro che ad un unico e condiviso schema classificatorio e definitorio “interregionale” mediante un lavoro coordinato con gli assessorati alle politiche sociali regionali al fine di garantirne omogeneità, esaustività e condivisione.
L’obiettivo è stato progettualizzato e sviluppato dal Gruppo di lavoro Politiche Sociali del CISIS, in un percorso che ha coinvolto, in qualità di soggetto promotore e ratificatore, il Coordinamento Tecnico nelle fasi intermedie di lavorazione.

LE SPECIFICHE DEL NOMENCLATORE

IDENTITÀ

Il Nomenclatore è proposto quale strumento di mappatura degli interventi e dei servizi sociali, attraverso la descrizione e definizione di tutte le voci desunte confrontando, integrando e raccordando le classificazioni previste per gli interventi e servizi sociali nelle Regioni.

FINALITÀ

Il Nomenclatore si propone di dare un linguaggio comune utilizzabile dai programmatori e dagli operatori, finalizzato anche a facilitare l’identificazione dei livelli essenziali di assistenza sociale, rendendo possibile il confronto su voci omogenee tra i diversi sistemi di welfare regionali. Esso costituirà anche la base di riferimento per il Glossario utilizzato nella ”Rilevazione sugli Interventi e Servizi Sociali dei Comuni singoli e associati”.

CONTENUTO INFORMATIVO

La gamma dei servizi e interventi previsti nel Nomenclatore fa riferimento alle prestazioni a finalità sociale erogate dai Comuni singoli e associati, così come previsto dalla Legge 328/00. Essa è suddivisa in tre macrocategorie, conformi con quelle previste nella classificazione europea SESPROS:

  • Interventi e Servizi: comprendono le attività relative alla predisposizione di interventi e servizi sociali, realizzati sul territorio o a domicilio attraverso l'opera di personale del settore sociale.
  • Trasferimenti monetari: comprendono sia i contributi economici erogati direttamente agli utenti, sia i contributi erogati ad altri soggetti perché forniscano servizi con agevolazioni sui ticket, sulle tariffe o sulle rette a particolari categorie di utenti. Rientra in questa categoria anche l’integrazione (o il pagamento per intero) delle rette per prestazioni residenziali o semiresidenziali
  • Centri e strutture residenziali, semi-residenziali o diurne: rientrano in questa categoria le attività e le prestazioni realizzate nei centri diurni e nelle strutture residenziali o semiresidenziali.

IL METODO DI LAVORO PER IL RACCORDO DEI NOMENCLATORI REGIONALI AL NOMENCLATORE INTERREGIONALE

Il lavoro di raccordo tra nomenclatori regionali è stato svolto con metodologie diverse nelle diverse sezioni.
In una prima fase è stata predisposta una base di voci, ciascuna con CODICE, DENOMINAZIONE e DESCRIZIONE entro la quale ogni Regione ha inquadrato la propria classificazione. Tale raccordo è stato svolto attraverso un modello di rilevazione a griglia, appositamente predisposto e somministrato a tutte le Regioni, che permetteva di indicare, a fronte di ogni voce della base unica, la/le denominazione/i delle corrispondenti tipologie della classificazione/nomenclatore regionale. Il modello ipotizzato a “corrispondenze multiple”, ha permesso di accogliere i maggiori approfondimenti classificatori regionali derivanti principalmente da casi di voci riconducibili ad uno stesso tipo di intervento, ma differenziate nella denominazione in base all'area di utenza cui esso è destinato, o da casi in cui la voce è frazionata in più definizioni corrispondenti a sotto-interventi.
L’analisi dei raccordi di tutte le Regioni ha permesso di modificare la base di voci di partenza e di giungere alla versione finale della sezioni “Interventi e Servizi” e “Trasferimenti”.
Per la sezione “Centri e Strutture” l’elaborazione della versione definitiva ha comportato un supplemento di indagine presso le singole Regioni per quanto riguarda i centri diurni e i presidi residenziali. Dall’analisi di tutte le normative regionali è emersa una molteplicità di definizioni non riconducibili ad uno schema unico di base che permettesse un raccordo “diretto”, ossia adottando la stessa metodologia delle altre sezioni del nomenclatore. Si è quindi optato per un approccio più “analitico” predisponendo una griglia base in formato “multidimensionale” con tre caratteri descrittori (carattere della residenzialità, funzione di protezione sociale e presenza di assistenza sanitaria) raccordando il tutto a classificazioni già in vigore come quella delle strutture residenziali e semiresidenziali a rilevanza sanitaria, prevista nel S.I. Sanitario, e la classificazione delle strutture residenziali per minori. Ogni Regione ha provveduto ad assegnare alle proprie tipologie di strutture una delle combinazioni di caratteri descrittori, pervenendo così alla versione finale.

UNA VALUTAZIONE DEI RISULTATI DEI RACCORDI

L’esame dei raccordi dei nomenclatori regionali agli schemi proposti, porta ad una valutazione, complessivamente molto positiva, del sistema di interventi individuato nella proposta. Per alcune regioni l’aderenza al sistema è praticamente totale, e, comunque, nel complesso delle 21 Regioni e Province Autonome, per il 94% delle voci regionali è stata valutata una riconducibilità alle voci della base unica, con un sottoinsieme di questa casistica (pari al 6% dei casi) in cui le classificazioni regionali risultano maggiormente dettagliate rispetto alla proposta base.
La valutazione evidenzia due principali punti di forza:

  • la partecipazione costante di tutte le Regioni e Province Autonome, il che ha significato la possibilità di effettuare una riflessione comparata sui sistemi di servizi regionali e di individuare le specificità e le omogeneità esistenti;
  • la completezza ed esaustività della classificazione di base proposta, rispetto alle diversità presenti tra le Regioni, anche nei confronti dei modelli organizzativi del sistema dei servizi sociali.

La principale peculiarità del nomenclatore, che dovrà essere valorizzata soprattutto dalle Regioni, consiste nel fatto che esso, partendo da una lettura del sistema fotografato ad una certa data, si propone come uno strumento di confronto permanente fra le Regioni, con possibilità di successivi aggiornamenti in un processo di continuo raffronto e raccordo fra i sistemi regionali.

GLI UTILIZZI E SVILUPPI FUTURI

Il Nomenclatore, così come attualmente definito, rappresenta il primo passo verso il Sistema Informativo Sociale a livello nazionale. La sua approvazione da parte degli Assessori lo pone ad un livello di confronto senz’altro innovativo e ne avvia la fase di sperimentazione in diversi campi di utilizzo.
Un primo campo è rappresentato dall’ambito professionale. Occorre che esso venga diffuso tra le varie figure professionali operanti nel sociale, affinché esse si riconoscano in questa nuova terminologia e la facciano propria. Proprio l’assenza di una terminologia condivisa è alla base di molte incomprensioni del settore sociale e del suo rapporto con gli altri settori, sanità in particolare. La sperimentazione in ambito professionale potrà consentire il miglioramento di alcune voci e parti che evidenziano “debolezze” o necessità di specificazione ulteriore (ad esempio la voce del servizio sociale professionale per il quale sono ipotizzabili più tipologie di prestazioni e che in virtù della specificazione di queste potrebbe essere definita in maniera più articolata).
Un secondo fa riferimento all’ambito accademico-didattico nei percorsi formativi delle figure delle professioni sociali (assistenti sociali, educatori professionali, ecc..).
Un terzo campo è rappresentato dall’utilizzo nella programmazione dei Servizi e dei Piani di Zona.
Infine, ma non ultimo, risulterà il suo utilizzo nel campo statistico: il nomenclatore è da implementare e rendere operativo come strumento di raccolta e lettura dei dati, sia per le rilevazioni regionali e nazionali del Programma Statistico Nazionale, sia per i confronti, sempre più frequenti, con il livello europeo.

In funzione degli esiti della sperimentazione nei diversi filoni sarà previsto un percorso di revisione e definizione di versioni aggiornate del nomenclatore, mantenendone comunque la struttura di griglia comparativa tra livello nazionale e livelli regionali; una  caratteristica quest’ultima, riconosciuta da tutte le Regioni, come indispensabile per assicurare allo strumento la flessibilità necessaria a permettere una corretta autonomia a livello locale garantendo il raccordo con il linguaggio comune nazionale e con il linguaggio delle altre realtà regionali.

Nel sito web del Cisis (www.cisis.it) sarà attivata un apposita area che permetterà di monitorare nel tempo tutte le evoluzioni del Nomenclatore.

In questo CD-rom sono raccolti tutti i documenti prodotti per arrivare alla presente versione; per una più agevole lettura sono stati così suddivisi:
Percorso di lavoro = breve escursus del lavoro fatto e documenti di lavoro predisposti per le varie fasi
Nomenclatore Interregionale = file relativi alle varie macroaree con le comparazioni tra le regioni
Nomenclatori Regionali = cliccando sulla singola regione sarà possibile accedere ai file relativi alle varie fasi
Documento finale = il nomenclatore nella versione 2009
Analisi e contributi = relazioni e documenti.

 

Nomenclatore Interregionale degli Interventi e Servizi Sociali
| Crediti
Cisis - Centro Interregionale per i Sistemi Informatici, Geografici e Statistici
Coordinamento Tecnico Interregionale per le Politiche Sociali